Le mie mani creative
Cucito, ricamo, uncinetto, amigurumi e cucina. Le mie passioni.
sabato 10 novembre 2018
Cucilab - Come montare un elastico a un pigiama o a una tuta
Finalmente riesco a pubblicare un nuovo tutorial di cucito. Spero che vi sarà molto utile. Attendo come sempre i vostri pareri e commenti. Buon lavoro. #scuoladicucito #riparazionisartoriali #sewingschool #cucilabpianezza
domenica 29 aprile 2018
La pochette "a pacchetto" come la vedo io
Il 14 aprile ho passato una splendida giornata a Manualmente a Torino ed ho avuto modo di notare che in molti stand c'erano borse e pochettes con una lavorazione a me nuova e mi è piaciuta tantissimo. Forte è stata la sfida per capire il procedimento di lavorazione, non sapendo come potesse chiamarsi questo tipo di pochette, non potevo neanche cercare sul web, non sapevo cosa scrivere sul nostro mitico Google e quindi... l'arte di arrangiarsi ha preso il sopravvento.
Ho finalmente realizzato la pochette "a pacchetto" come l'ho chiamata io e mi sono premurata di fare le foto passo passo per poter realizzare il tutorial che potete vedere sul mio canale Youtube.
lunedì 23 aprile 2018
Ricamatrice amore mio - Problema tecnologia, vademecum per chi comincia
Chi decide di acquistare una ricamatrice a volte non tiene conto che, se vorrà creare tanti bei ricami, avrà bisogno di un po' di buona volontà e diventare un po' tecnologica.
Nei tempi del digitale, non si può pensare di utilizzare la ricamatrice senza l'ausilio del computer.
Quindi, sarà necessario avere un pc ed installare subito (se già non lo si ha) un programma free che si chiama Winrar e serve per comprimere e decomprimere le cartelle che contengono, appunto, i files.
Qui potete vedere come comprimere e decomprimere una cartella e caricarla sui gruppi
Un altro programma free che sarà utile scaricare è Wilcom Truesizer che serve per convertire i files nel formato che serve per la nostra macchina ricamatrice.
Dato che il sito è tutto in inglese, qui trovate un tutorial per scaricarlo
Nei tempi del digitale, non si può pensare di utilizzare la ricamatrice senza l'ausilio del computer.
Quindi, sarà necessario avere un pc ed installare subito (se già non lo si ha) un programma free che si chiama Winrar e serve per comprimere e decomprimere le cartelle che contengono, appunto, i files.
Qui potete vedere come comprimere e decomprimere una cartella e caricarla sui gruppi
Un altro programma free che sarà utile scaricare è Wilcom Truesizer che serve per convertire i files nel formato che serve per la nostra macchina ricamatrice.
Dato che il sito è tutto in inglese, qui trovate un tutorial per scaricarlo
e un altro tutorial per utilizzarlo
Qui invece potete vedere come modificare le dimensioni dei file
Spero che questo post vi sarà utile per iniziare a muovervi in questo meraviglioso mondo del ricamo a macchina.
Buon lavoro e grazie a chi vorrà lasciare un commento qui sotto!
martedì 17 aprile 2018
lunedì 8 gennaio 2018
DRITTO FILO.... cosa sarà mai???
Buongiorno e buon anno a tutte!
Grazie anche alla collaborazione con la mia fantastica amica Mimma Aricò, inizio la pubblicazione di una serie di consigli sulla teoria del cucito che saranno molto utili e che, in questo modo, saranno sempre a vostra disposizione.
Cominciamo quindi con il DRITTO FILO, non facciamoci prendere dall'ansia: cosa sarà mai?
Le stoffe tessute sono formate da fili longitudinali che si intersecano con i fili trasversali e, quando questi fili si incontrano ad angolo retto, abbiamo il DRITTO FILO.
E' importante che la stoffa sia disposta in drittofilo prima di iniziare a tagliarla, se non lo fosse, l'indumento non cadrà bene e non avrà una buona vestibilità.
La direzione dei fili longitudinali (cioè l'ordito)si chiama drittofilo verticale e corre parallelo alla cimosa. Poiché i fili longitudinali sono più forti e stabili di quelli trasversali, gli indumenti sono, per la maggior parte, tagliati in drittofilo verticale.
I fili trasversali (trama) formano il drittofilo trasversale o orizzontale che è perpendicolare alla cimosa. Generalmente le stoffe sono poco elastiche in questa direzione.
Grazie anche alla collaborazione con la mia fantastica amica Mimma Aricò, inizio la pubblicazione di una serie di consigli sulla teoria del cucito che saranno molto utili e che, in questo modo, saranno sempre a vostra disposizione.
Cominciamo quindi con il DRITTO FILO, non facciamoci prendere dall'ansia: cosa sarà mai?
Le stoffe tessute sono formate da fili longitudinali che si intersecano con i fili trasversali e, quando questi fili si incontrano ad angolo retto, abbiamo il DRITTO FILO.
E' importante che la stoffa sia disposta in drittofilo prima di iniziare a tagliarla, se non lo fosse, l'indumento non cadrà bene e non avrà una buona vestibilità.
La direzione dei fili longitudinali (cioè l'ordito)si chiama drittofilo verticale e corre parallelo alla cimosa. Poiché i fili longitudinali sono più forti e stabili di quelli trasversali, gli indumenti sono, per la maggior parte, tagliati in drittofilo verticale.
I fili trasversali (trama) formano il drittofilo trasversale o orizzontale che è perpendicolare alla cimosa. Generalmente le stoffe sono poco elastiche in questa direzione.
Ricamatrice amore mio - Come fare le patch
Proseguiamo con i tutorial relativi alla ricamatrice e facciamo il punto sulla situazione PATCH
In molte mi avete chiesto aiuto quando avete visto le mie patch, non ci vogliono procedimenti particolari ma qualche piccolo accorgimento.
Il tessuto migliore su cui ricamare le nostre patch è il RASO TURCO, un tessuto plastificato che non si sfilaccia quando lo andate a ritagliare.
Secondo punto ma ugualmente importante è lo stabilizzatore per le patch, è uno stabilizzatore al taglio che presenta come una piccola "embossatura" ed è molto resistente. Fa sì che le patch non si deformino nel tempo.
Ago: un ago da ricamo da 90 va benissimo. Io preferisco i Gold perchè hanno la punta dorata e non si surriscalda durante la lavorazione. Costano un po' di più degli altri ma durano moltissimo.
Quindi, dopo aver messo in macchina il vostro file, e aver intelaiato alla perfezione il vostro tessuto con lo stabilizzatore, potete procedere al ricamo. Una patch ha sempre un bel bordino (rettangolare, circolare, ecc.) a punto continuo che servirà da guida per un taglio molto preciso tutto intorno, una volta terminato il lavoro.
Normalmente io, dopo il taglio, passo il pirografo (un piccolo arnese usato solitamente per intagliare il legno) tutto intorno alla mia patch per eliminare i piccoli residui di tessuto. E' questo un passaggio piuttosto critico, fate attenzione a non premere troppo perchè anche il filo è sintetico e rischiate di sciogliere tutto.
Ora potete decidere se volete cucirla direttamente sul capo che dovete abbellire o se volete cucirvi sotto il velcro maschio (altro lavoro un po' fastidioso ma spesso necessario). Io sconsiglio l'adesivo perchè comunque vada, dopo un po' di lavaggi tende sempre a staccarsi.
In molte mi avete chiesto aiuto quando avete visto le mie patch, non ci vogliono procedimenti particolari ma qualche piccolo accorgimento.
Il tessuto migliore su cui ricamare le nostre patch è il RASO TURCO, un tessuto plastificato che non si sfilaccia quando lo andate a ritagliare.
Secondo punto ma ugualmente importante è lo stabilizzatore per le patch, è uno stabilizzatore al taglio che presenta come una piccola "embossatura" ed è molto resistente. Fa sì che le patch non si deformino nel tempo.
Ago: un ago da ricamo da 90 va benissimo. Io preferisco i Gold perchè hanno la punta dorata e non si surriscalda durante la lavorazione. Costano un po' di più degli altri ma durano moltissimo.
Quindi, dopo aver messo in macchina il vostro file, e aver intelaiato alla perfezione il vostro tessuto con lo stabilizzatore, potete procedere al ricamo. Una patch ha sempre un bel bordino (rettangolare, circolare, ecc.) a punto continuo che servirà da guida per un taglio molto preciso tutto intorno, una volta terminato il lavoro.
Normalmente io, dopo il taglio, passo il pirografo (un piccolo arnese usato solitamente per intagliare il legno) tutto intorno alla mia patch per eliminare i piccoli residui di tessuto. E' questo un passaggio piuttosto critico, fate attenzione a non premere troppo perchè anche il filo è sintetico e rischiate di sciogliere tutto.
Ora potete decidere se volete cucirla direttamente sul capo che dovete abbellire o se volete cucirvi sotto il velcro maschio (altro lavoro un po' fastidioso ma spesso necessario). Io sconsiglio l'adesivo perchè comunque vada, dopo un po' di lavaggi tende sempre a staccarsi.
mercoledì 1 novembre 2017
Ricamatrice amore mio - Gli stabilizzatori
Per poter utilizzare e far rendere al meglio la nostra ricamatrice dobbiamo munirci di un po' di attrezzatura: aghi da ricamo (i Gold della Schmetz sono fantastici perchè la punta non si scalda e rendono tantissimo), colla spray, forbicine con la punta ricurva per gli appliqué e... stabilizzatori.
Lo stabilizzatore, come dice la parola stessa, "stabilizza" il ricamo, aiuta (se ben fissato al telaio e al tessuto) la buona riuscita del lavoro. Basta un piccolissimo spostamento del tessuto e il nostro ricamo non sarà più preciso, i bordi "sborderanno" e avremo sprecato tempo e fili.
Questo per dirvi di non essere troppo risparmiose nell'utilizzo dello stabilizzatore, siamo tutte propense ad utilizzare i ritagli avanzati ma, se proprio lo dovete fare, fatelo sui telai piccoli e preoccupatevi prima di unire bene i pezzi tra di loro con una cucitura a macchina, nastro di carta, colla spray, insomma, qualcosa che li tenga uniti, altrimenti è come non metterlo.
Ci sono vari tipi di stabilizzatori:
- MORBIDO E SECCO A STRAPPO: utilizzato generalmente su stoffe leggere tipo raso e seta, cotone, jeans, tessuti rigidi, spugna, pile, tessuti felpati, maglie in lana, t-shirt canapa, velluto liscio o a coste .
Io preferisco di gran lunga quello morbido, quando ho a disposizione solo il secco eventualmente metto doppio strato per stare più tranquilla.
Quello secco si toglie sicuramente meglio ma, per noi ricamine, la cosa più importante è la riuscita del lavoro, non il tempo che impieghiamo.
- MORBIDO A TAGLIO si differenzia dal secco perchè non viene via strappandolo ma bisogna ritagliarlo intorno al ricamo. Io lo uso per le t-shirt e le felpe leggere perchè aiuta a non far deformare il ricamo quando l'indumento viene lavato
- IDROSOLUBILE TNT O TRASPARENTE (vilene): l'idrosolubile tessuto non tessuto (quello bianco per intenderci) viene usato in due strati (insieme al tulle) per i lace (pizzi) e i free standing lace (i pizzi che restano interi anche senza il supporto del tulle), quindi via alla creatività con gioielli, orecchini, addobbi natalizi ecc. Il vilene trasparente normalmente lo utilizzo sulla spugna (si mette sopra il tessuto) per non far affondare i punti nel tessuto e, spesso, sulle t-shirt o felpe.
- RESISTENTE PER PATCH: è uno stabilizzatore a taglio, molto resistente che aiuta le patch (io lo uso anche per i ritratti) a non deformarsi nel tempo.
Spero di essere stata esaustiva, la prossima settimana ripeteremo la medesima lezione ma in base ai vari tessuti, ora che conoscete i tipi di stabilizzatori, vi risulterà più facile abbinarne l'uso in base a ciò sui cui dovrete ricamare.
Lo stabilizzatore, come dice la parola stessa, "stabilizza" il ricamo, aiuta (se ben fissato al telaio e al tessuto) la buona riuscita del lavoro. Basta un piccolissimo spostamento del tessuto e il nostro ricamo non sarà più preciso, i bordi "sborderanno" e avremo sprecato tempo e fili.
Questo per dirvi di non essere troppo risparmiose nell'utilizzo dello stabilizzatore, siamo tutte propense ad utilizzare i ritagli avanzati ma, se proprio lo dovete fare, fatelo sui telai piccoli e preoccupatevi prima di unire bene i pezzi tra di loro con una cucitura a macchina, nastro di carta, colla spray, insomma, qualcosa che li tenga uniti, altrimenti è come non metterlo.
Ci sono vari tipi di stabilizzatori:
- MORBIDO E SECCO A STRAPPO: utilizzato generalmente su stoffe leggere tipo raso e seta, cotone, jeans, tessuti rigidi, spugna, pile, tessuti felpati, maglie in lana, t-shirt canapa, velluto liscio o a coste .
Io preferisco di gran lunga quello morbido, quando ho a disposizione solo il secco eventualmente metto doppio strato per stare più tranquilla.
Quello secco si toglie sicuramente meglio ma, per noi ricamine, la cosa più importante è la riuscita del lavoro, non il tempo che impieghiamo.
- MORBIDO A TAGLIO si differenzia dal secco perchè non viene via strappandolo ma bisogna ritagliarlo intorno al ricamo. Io lo uso per le t-shirt e le felpe leggere perchè aiuta a non far deformare il ricamo quando l'indumento viene lavato
- IDROSOLUBILE TNT O TRASPARENTE (vilene): l'idrosolubile tessuto non tessuto (quello bianco per intenderci) viene usato in due strati (insieme al tulle) per i lace (pizzi) e i free standing lace (i pizzi che restano interi anche senza il supporto del tulle), quindi via alla creatività con gioielli, orecchini, addobbi natalizi ecc. Il vilene trasparente normalmente lo utilizzo sulla spugna (si mette sopra il tessuto) per non far affondare i punti nel tessuto e, spesso, sulle t-shirt o felpe.
- RESISTENTE PER PATCH: è uno stabilizzatore a taglio, molto resistente che aiuta le patch (io lo uso anche per i ritratti) a non deformarsi nel tempo.
Spero di essere stata esaustiva, la prossima settimana ripeteremo la medesima lezione ma in base ai vari tessuti, ora che conoscete i tipi di stabilizzatori, vi risulterà più facile abbinarne l'uso in base a ciò sui cui dovrete ricamare.
Buon lavoro a tutte!!
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